IL focolare domestico

La ricostruzione di un ambiente domestico condensa i principali temi della sfera familiare e del ciclo del ciclo della vita. Miti e credenze animano una casa contadina, raccontando le fatiche di una società agro pastorale, il cui tempo era scandito da riti precisi, celebrati in occasione della nascita, del fidanzamento, (to cippitinnau) e della morte. Un mondo dominato dalla miseria, da speranze e paure, dove il sacro e il profano svolgevano un ruolo preponderante, e dove il cibo acquisiva una funzione simbolica per consolidare parentele, stringere amicizie, suggellare accordi, veicolare codici di appartenenza. L’arco cronologico di un intero secolo, il Novecento, è raccontato attraverso diversi modelli di lumi che consentono di seguire l’evoluzione dei sistemi di illuminazione nell’area grecanica.

36

n. inventario: 36

Definizione: cavalletto metallico per letto matrimoniale

Denominazione locale: trispiti; trìspito (Gallicianò, Roghudi), trìspido (Bova)

Materia: ferro

Tecnica di esecuzione: forgiatura/battitura

Misure: lunghezza 94; larghezza 55 cm

Datazione: metà del XX secolo

Stato di conservazione: ottimo

Descrizione: cavalletto metallico, costituito da una barra quadrangolare di ferro sorretta da due assi, con piedi ricurvi.

Utilizzo: Insieme ad un altro cavalletto della stessa forma, servivano per sostenere più tavole poste in fila, sulle quali veniva poggiato un materasso riempito di paglia, fieno o più comunemente foglie di mais.

79

n. inventario: 79

Definizione: trappola per topi

Denominazione locale: suricàra

Materia: latta, legno

Tecnica di esecuzione: sagomatura/incastro

Misure: lunghezza 19 larghezza 10, altezza 19 cm

Datazione: prima metà del XX secolo

Stato di conservazione: buono

Descrizione: lamiera battuta e sagomata in modo da formare una scatola cubica, inchiodata su una tavola di legno. L'ingresso alla trappola (porteddha) è composto di un pezzo di lamiera quadrangolare, al centro del quale è inserita una stecca di legno fissata con del fil di ferro ad una molla, ricavata da fili di ferro ritorti. Lo sportellino veniva fatto scattare tramite un sistema costituito da due lunghe e sottili molle e da un piccolo gancio a cui era incastrata l’esca, funzionale ad attrarre i roditori.

Utilizzo: serviva per catturare vivi piccoli roditori

91

n. inventario: 91

Definizione: tostatore

Denominazione locale: tostatùri àsce sìdero

Materia: ferro, latta, legno

Tecnica di esecuzione: forgiatura/battitura

Misure: lunghezza 36 diametro 12

Datazione: prima metà del XX secolo

Stato di conservazione: ottimo

Descrizione: contenitore cilindrico, munito di un'apertura con sportello, munito all’interno di una lunga asta terminante da un lato a punta e dall'altro da un manico, con pomello in legno di forma cilindrica.

Utilizzo: tostare ghiande, caffè o castagne

95

n. inventario: 95

Definizione: treppiede

Denominazione locale: trippedi; tripòdi

Materia: ferro

Tecnica di esecuzione: ferro battuto

Misure: altezza 16 cm, diametro 12 cm

Datazione: prima metà del XX secolo

Stato di conservazione: discreto

Descrizione: l’arnese è costituito da un anello sorretto tre aste di ferro, ricurve sia alla base, in modo da formare dei piedini, sia sul lato apposto, terminanti a punta al fine di sorreggere i contenitori da riporre sul fuoco.

Utilizzo: questo arnese da cucina fungeva da sottopentola. Serviva infatti per poggiare sul fuoco le pentole. Oltre a cucinare era impiegato per scaldare liquidi e mantenere caldi cibi e bevande.

113

n. inventario: 113

Definizione: lumino a sospensione

Denominazione locale: lumera a ogghju; lumèra me alàdi

Materia: ferro

Tecnica di esecuzione: ferro battuto

Misure: lunghezza 29 x larghezza 6 cm

Datazione: metà del XX secolo

Stato di conservazione: ottimo

Descrizione: lumino composto da recipiente quadrangolare ai cui angoli sono presenti incavi dalla forma a mandorla, funzionali a supportare gli stoppini. La scatola ferrea è sovrastata da una lastra di ferro semicircolare, al centro del quale è fissato un gancio per tenere o sospendere il lumino.

Utilizzo: illuminare ambienti domestici, mediante l’inserimento dell’olio nel contenitore quadrangolare, il quale fungeva da combustibile per gli stoppini adagiati agli angoli. Il lume veniva trasportato dall’asta ricurva all’interno del quale vi si infilava l’indice della mano. Il gancio serviva inoltre per appendere il lumino.

218

n. inventario: 218

Definizione: maida

Denominazione locale: maiddha; mattrùddha (Gallicianò), màtthra (Roghudi), màstra, (Bova)

Materia: legno

Tecnica di esecuzione: intaglio, incastro

Misure: lunghezza 137; larghezza 49 cm

Datazione: seconda metà del XX secolo

Stato di conservazione: mediocre

Descrizione: la madia è un contenitore in legno, di forma rettangolare con bordi laterali muniti di piani di appoggio.  

Utilizzo: contenitore utilizzato in cucina principalmente per impastare la farina. Nello specifico il piano centrale serviva per fare l’impasto, mentre i piani laterali erano sfruttati per suddividere i pani o procedere a lavorazioni più minute. Era anche impiegata per tagliare e sminuzzare la carne. Serviva inoltre come contenitore temporaneo di pani e dolciumi.

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